sabato 9 gennaio 2016

Anello del monte Cafornia



L'inverno 2015/2016 è iniziato con pochissima neve. Questo ci permette però una lunga escursione ad una delle vette più alte dell'Appennino...


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(Forme, fraz. di Massa d'Albe, L'Aquila, 27 dicembre 2015) - Lasciata l'auto a Peschio Rovicino, ai piedi dei monti Sentinella e Magnola, con Stefano ci inoltriamo nella stretta valle Majelama, regno delle aquile reali... Doveva essere dei nostri anche il buon Marco, promotore dell'escursione, ma come già avvenne per l'escursione al Sirente, e per quella al Gorzano e per... speriamo basta! un'indisposizione lo ha costretto a dare forfait all'ultimo momento. Non siamo comunque soli: una folta comitiva e qualche escursionista solitario risalgono, insieme a noi, l'angusto solco scavato da un potente ghiacciaio dell'era quaternaria. L'aria qui dentro è abbastanza fredda, a dispetto del sole che già scalda i pendii delle montagne circostanti.


In valle Majelama

Valle Majelama

Siccome siamo una coppia di chiacchieroni, non risparmiamo il fiato e così, senza accorgerci, prendiamo un buon passo che ci porta a scaldarci rapidamente.

Ad un certo punto la valle Majelama piega verso ovest, si allarga, prende il nome di valle il Bìcchero e riceve i primi raggi di sole; qui riusciamo a superare la comitiva Cai e ci fermiamo per alleggerirci di maglioni e giacche, che con il sole non servono più.

Valle il Bìcchero

Valle il Bìcchero
Ora l'ambiente è aperto e tipico dell'alta montagna appenninica: tracce di circhi glaciali e grandi massi erratici testimoniano la presenza di ghiacciai, centinaia di migliaia di anni fa. L'ambiente è aspro e solitario, molto selvaggio e suggestivo.

Valle il Bìcchero

Vista verso la valle Majelama e il monte Magnola

Valle il Bìcchero

Valle il Bìcchero
Arriviamo quindi alla testata della valle, sotto il pendio che conduce al passo del Bìcchero. Qui un esteso nevaio ci fa procedere con un po' di attenzione in più, ma riusciamo ad evitare di mettere i ramponi.

Tetata della valle il Bìcchero

Salendo al passo del Bìcchero



Il passo del Bìcchero viene raggiunto senza eccessivo sforzo. Qui il panorama si allarga e la vista spazia verso la valle di Teve, i monti della Duchessa e le vette che circondano i Piani di Pezza.

Passo del Bìcchero

Puntiamo ora verso la cima del Bìcchero, obiettivo minimo della giornata. Una volta arrivati su questa modesta cima, decideremo se proseguire verso il più imponente monte Cafornia oppure rientrare per la via di salita.

Vista del versante settentrionale del Velino

Salendo al monte Bìcchero, vista verso Murolungo, Morrone e cima del Costone

Monti del Parco nazionale d'Abruzzo

Salendo verso il monte Bìcchero: sullo sfondo punte Trento e Trieste
Arrivare al monte Bìcchero è un attimo: da qui il panorama è ancora più ampio e maestoso, soprattutto verso le vicine vette del Velino. Ci facciamo un rapido calcolo dei tempi necessari e decidiamo di incamminarci verso il Cafornia, al limite possiamo sempre tornare indietro...

La cresta del Costognillo

La vetta del Velino

Salendo verso la cresta

Arrivati sulla cresta che conduce a Velino e Cafornia

Procedendo tra pendii più o meno innevati, prati e roccette, ci rendiamo conto di aver oltrepassato il punto di non ritorno, ovvero il punto in cui è più conveniente proseguire piuttosto che tornare indietro. Meglio così! Anche perché l'ambiente che ci circonda è sempre più entusiasmante ed affascinante.

Procediamo quindi fino alla cresta principale del Velino-Cafornia, nei pressi di una specie di passo. Per farlo risaliamo un pendio dove la neve si è conservata un po' più abbondante.

Dai pressi della vetta del Cafornia, vista verso il Fucino

Verso la vetta del Cafornia
Giunti alla cresta, solo pochi minuti di cammino ci separano dalla vetta del Cafornia: li superiamo di slancio e conquistiamo la panoramicissima e assolata cima.

Dal Cafornia, vista verso la cima del Velino

Foto di vetta sul Cafornia

Dalla cresta sud del Cafornia
Bellissimo: grande soddisfazione per entrambi! Ci godiamo un po' di sole e l'aria tiepida, senza vento, condizione piuttosto anomala non solo in inverno. Scambiamo due chiacchiere con un escursionista di Celano che ci ha preceduto sulla cima, mangiamo qualcosa e cominciamo la discesa per la "Direttissima", che nel primo tratto è ripida e un po' impervia.

Sistemazione degli scarponi
Al termine di questo primo tratto di discesa, come detto piuttosto impervio, Stefano si accorge di qualcosa di non molto piacevole: le suole dei suoi scarponi, vecchie pedule poco adatte alle gite invernali, si stanno velocemente scollando ad iniziare dal tacco, facendo assumere alle calzature lo strano aspetto di vecchie ciabatte, sicuramente poco adatte ad un'escursione in montagna...

Ahi Ahi Ahi...
La situazione non è molto piacevole, dato che ci troviamo ancora molto distanti dall'automobile e il terreno, sebbene il tratto più difficile sia stato superato, non è propriamente dei più agevoli. Il prode Stefano mantiene però la calma e procede spedito in discesa, ovviamente con molta cautela.

Scendendo dal Cafornia, vista verso il monte Magnola

Scendendo dal Cafornia, vista verso il monte Magnola

Scendendo dal Cafornia per la direttissima

Ben presto le suole si scollano completamente e Stefano è costretto a scendere camminando direttamente sul sottopiede dello scarpone, quindi senza suole! Potete immaginare quanto possa essere scivoloso, nonché fastidioso, dover calpestare migliaia di sassi senza una suola fra questi e le piante dei piedi! Ma il Nostro non si perde d'animo e continua la sua cauta discesa indossando questa sorta di improbabili ciocie...

Scarponi senza suola: non sono il massimo 

Si può fare a meno anche della suola in Vibram!
Senza neanche rallentare troppo, a dispetto del grave inconveniente, raggiungiamo presto la base del Cafornia, in corrispondenza di un rimboschimento di pini. Da qui lasciamo il sentiero segnato che conduce a Fonte Canale e proseguiamo alla nostra sinistra, per una traccia non segnalata, verso Peschio Rovicino.

Il rimboschimento di pini alla base del Cafornia

L'imbocco della Valle Majelama con il monte Sentinella

Giungiamo in breve alla macchina senza eccessivi problemi, dando una dimostrazione pratica dell'inutilità delle suole nelle scarpe da montagna! (Ovviamente scherzo!)


Commento finale

Bella escursione, un po' lunga ma non troppo faticosa, che permette di immergersi nel cuore del gruppo del Velino con panorami ampi e attraversamento di valli e creste selvagge e solitarie. Nonostante fosse inverno, abbiamo potuto svolgerla piuttosto agevolmente (a parte l'inconveniente degli scarponi) grazie a condizioni meteo molto particolari, quasi estive: in caso di un innevamento medio, il tempo, la fatica e l'impegno necessari sono molto più elevati! 

Ricordare che la valle Majelama è interdetta al passaggio dal 15 febbraio al 15 agosto, per non disturbare la nidificazione dei rapaci.

Circa 15 Km per 1400 metri di dislivello

Percorso visto da sud-est

Percorso visto da nord

Percorso visto da sud-ovest


Dati dell'Escursione

Data: 27 dicembre 2015
Partenza: Peschio Rovicino, Forme 1130 metri
Arrivo: Peschio Rovicino, Forme 1130 metri
Punto più alto: cima monte Cafornia, 2424 metri
Rifugi: nessuno
Dislivello totale in salita: 1400 metri circa
Dislivello totale in discesa: 1400 metri circa
Tempo impiegato7 h circa (soste comprese) - 2 h 45 min da Peschio Rovicino al passo del Bìcchero; 15 min dal passo del Bìcchero al monte Bìcchero; 1 h 10 min dal monte Bìcchero alla cima del monte Cafornia; 2 h 45 min dalla cima del monte Cafornia a Peschio Rovicino
Sviluppo del percorso15 Km
DifficoltàE+: nelle condizioni quasi estive, per lo scarso innevamento e il clima mite, in cui la abbiamo affrontata, questa escursione non pone particolari difficoltà all'escursionista, se non l'attraversamento di pochi pendii innevati e un po' di senso dell'orientamento. Con condizioni invernali tipiche le difficoltà sono sicuramente maggiori. 
Attrezzatura: Scarponi da montagna, bastoncini da escursionismo, in inverno i ramponi vanno sempre portati!

2 commenti:

  1. Ciao Ren!!!! E grande Stefano, un'impresa degna di un super runner!
    Bel report, che dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, che il nostro appennino è una vera e propria riserva di luoghi splendidi, selvaggi e poco frequentati. Complimenti ancora una volta per la scelta e seppure può sembrare un epitaffio, anche se non ci sono e come se fossi lì con voi, un pò indietro, ma non troppo....
    Ciaoooooo e a presto
    Leo

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    Risposte
    1. Ciao Leuccio, tu sei sempre con noi... nei nostri cuori!!!

      A presto

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